Il senso della Sagra
In molti paesi del Salento la Sagra è vita, azione, celebrazione delle proprie origini. Rappresenta spesso un momento di festa per coinvolgere l’intera comunità locale in un percorso di riscoperta di valori e sapori del passato legati al “culto” di un prodotto tipico locale, da tramandare nel tempo a turisti, visitatori, amanti della cucina tipica tradizionale.
Partita nel lontano 1993 sotto la guida dell’allora parroco Don Piero Quarta e portata avanti da Don Sandro D’Elia, la “Sagra te lu Ranu” (in italiano “Sagra del Grano”) rappresenta la prima sagra nel zona del Salento a dare il via alla stagione estiva. Si tratta di una delle sagre più longeve, giunta alla venticinquesima edizione e guidata da un Comitato presieduto dall’attuale parroco Don Luca Nestola, che ogni anno organizza anche la Festa Patronale del Paese.
Un po’ di storia
di Merine
In molti paesi del Salento la Sagra è vita, azione, celebrazione delle proprie origini. Rappresenta spesso un momento di festa per coinvolgere l’intera comunità locale in un percorso di riscoperta di valori e sapori del passato legati al “culto” di un prodotto tipico locale, da tramandare nel tempo a turisti, visitatori, amanti della cucina tipica tradizionale. Nel caso di Merine, la riscoperta del “grano” e dei suoi prodotti.
Partita nel lontano 1993 sotto la guida dell’allora parroco Don Piero Quarta e portata avanti da Don Sandro D’Elia, la “Sagra te lu Ranu” (in italiano “Sagra del Grano”) rappresenta la prima sagra nel zona del Salento a dare il via alla stagione estiva. Si tratta di una delle sagre più longeve della zona, giunta alla venticinquesima edizione e guidata da un attivissimo Comitato, presieduto dall’attuale parroco Don Luca Nestola, che ogni anno organizza anche la Festa Patronale del Paese.
La scelta del nome è legata al periodo stagionale del raccolto delle messi, vale a dire della mietitura, dopo aver falciato e raccolto il grano, quando le spighe sono giunte a maturazione. Il grano è infatti una risorsa per il paese. Il valore più elevato della manifestazione sta però nel coniugare la bontà di questo alimento utile per l’alimentazione, frutto della terra e del lavoro dell’uomo con il valore della simbologia cristiana e mariana. Non è un caso che la Sagra te lu Ranu preceda la festività del 14 e 15 agosto, giorni in cui il paese celebra l’Assunzione di Maria Vergine, protettrice di Merine. “Il tuo ventre è un mucchio di grano” si legge nel Cantico dei Cantici: quel “grano” che custodisce Maria in seno, morirà come muore il chicco di grano per rinascere e farsi cibo di salvezza per noi.
Ad appena 3 km dalla città di Lecce, Merine è una piccola frazione di Lizzanello sorta in epoca altomedioevale. Il toponimo potrebbe derivare dal volgare fiorentino “màrie”, proveniente dall’araldico per essere luogo delizioso e di pastura, o da “merinos”, ottima razza di pecore spagnole. Merine fino al XIII secolo fu incorporata alla Contea di Lecce e fu infeudata nel 1353, ai Carovineis che la possedettero sino al XV secolo. In quel tempo il luogo era soggetto, per la giurisdizione civile e penale, al Vescovo di Lecce. Il casale passò ai Montenegro e, nel 1613, ai Palmieri, che lo acquistarono per 20.500 ducati. Costoro furono signori del luogo fino all’800, ossia fino all’evasione della feudalità. A Merine, oltre le abitazioni a corte, esistono moderne costruzioni.
La Chiesa di Maria SS. Assunta è il tempio più antico di Merine. Restaurato nel secolo scorso, una decina di anni fa è stato restituito alla sua struttura originaria, dopo i tanti interventi subiti nei secoli. Contemporaneamente a questo tempio, forse di epoca medioevale, dovrebbero essere pure le Chiese di S. Maria delle Grazie e del Crocifisso. La prima, che svolge la funzione di parrocchiale, fu rifatta nel 1878 e recentemente ha subito alcuni restauri. A Merine, ancora, fino a non molti anni fa, esisteva a pochi metri della parrocchiale un monolito sul quale era posta una statuetta della Vergine.
Tra le costruzioni da segnalare a Merine ricordiamo la casa baronale della famiglia Majola, nonchè l’abitazione fortificata di Via Lizzanello. L’edificio, nella camera da letto, appare riccamente illustrato da pitture floreali e da bozzetti paesisti che rappresentano momenti di vita salentina del XVIII secolo. Patrona di Merine è la Vergine Assunta, che si festeggia il 15 agosto. Altra feste minori, sempre con processioni e luminarie, quella in onore alla Madonna per lo scampato terremoto ogni 19 gennaio.